PERCHÉ C'È IL TELEGRAFO?
La telegrafia è il sistema più semplice e, possiamo dire, più antico di telecomunicazione, destinato alla trasmissione a distanza di notizie tramite segnali convenzionali.
L'uso del telegrafo ottico, l'impiego, cioè, di segnali ottici tra punti in visibilità diretta, era noto ai Greci e ai Cartaginesi che utilizzavano il sistema a scopo militare. Ancor oggi questo antico sistema viene impiegato nel campo delle telecomunicazioni di carattere militare, mentre nelle altre applicazioni è stato progressivamente sostituito dalla telegrafia elettrica, basata su sistemi di trasmissione elettromagnetici.
Al primo efficiente telegrafo a due fili si giunse nel 1833 grazie all'invenzione della pila ed agli studi di Ampère, Gauss e Weber, mentre l'impiego del telegrafo ad un solo filo risale al 1838. Di quel tempo è il più antico telegrafo usato ancor oggi: il telegrafo Morse, che utilizza l'alfabeto omonimo. I segnali dell'alfabeto Morse sono costituiti da emissioni brevi (punti) e da emissioni lunghe (linee, di durata tripla del punto).
Ogni lettera dell'alfabeto è contraddistinta da una determinata serie di punti, linee ed intervalli che trasmessi consentono di formare dei messaggi di senso compiuto.
Il telegrafo Morse ha avuto una notevole diffusione e viene ancor oggi usato per la facilità di costituzione e di funzionamento, la sicurezza e la solidità degli apparati, pregi questi che equilibrano la necessità di personale specializzato e la scarsa velocità di trasmissione.
Un telegrafo Morse consta di un circuito unifilare ai cui estremi ha una batteria, un manipolatore ed un ricevitore.
Nella posizione di quiete il manipolatore tiene collegato il circuito con il ricevitore mentre nella posizione di lavoro collega al circuito la batteria per una durata corrispondente ai punti o alle linee. In conclusione, attraverso il filo telegrafico, corrono segnali di durata corrispondente ai punti e alle linee che eccitano l'elettromagnete di ricezione posto nel ricevitore all'altro capo del filo.
La ricezione può essere fatta a «udito» traducendo i punti e le linee nelle lettere corrispondenti, oppure «su zona», tramite la trascrizione dei punti e delle linee effettuata da una punta scrivente comandata dall'elettromagnete stesso. Il sistema, pur essendo assai semplice, consente la trasmissione nei due sensi ma solo alternativamente, mentre la velocità di trasmissione dipende dall'abilità dell'operatore, ma difficilmente può superare le trenta parole al minuto. Fin dalla creazione dell'alfabeto Morse molto sentita fu l'esigenza di ricevere direttamente caratteri stampati e già dal 1840 furono messi in funzione i primi sistemi telegrafici stampati, i cosiddetti «sistemi passo a passo».
In essi i segnali in arrivo fanno muovere una ruota che porta i caratteri in rilievo: contro la ruota preme una striscia di carta sulla quale si imprimono i caratteri trasmessi.
In seguito questo semplice sistema fu più volte perfezionato. Nel 1855 fu introdotto il sistema stampante Hughes che presentava una tastiera con ventotto tasti per i caratteri, e nel 1874 il sistema Baudot che consentiva di effettuare sullo stesso circuito addirittura quattro trasmissioni contemporanee.
Oggi il sistema più usato per effettuare trasmissioni telegrafiche è quello delle telescriventi, apparecchiature simili ad una normale macchina da scrivere che consentono all'operatore di trasmettere un telegramma operando su una tastiera. Come se scrivesse a macchina, l'operatore può controllare il testo trasmesso che viene scritto in chiaro dalla telescrivente contemporaneamente all'invio dei segnali all'apparecchio ricevente.
Questo, a sua volta, riceve i segnali e li traduce in scrittura chiara per mezzo di un dispositivo elettromeccanico.
Schema di funzionamento del telegrafo Morse
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¦ L'ALFABETO MORSE ¦
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¦ A .- ¦ J .--- ¦ S ... ¦
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¦ B -... ¦ K -.- ¦ T - ¦
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¦ C -.-. ¦ L .-.. ¦ U ..- ¦
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¦ D -.. ¦ M -- ¦ V ...- ¦
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¦ E . ¦ N -. ¦ W .-- ¦
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¦ F ..-. ¦ O --- ¦ X -..- ¦
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¦ G --. ¦ P .--. ¦ Y -.-- ¦
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¦ H .... ¦ Q --.- ¦ Z --.. ¦
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¦ I .. ¦ R .-. ¦ ¦
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PERCHÉ SI LANCIANO NELLO SPAZIO I SATELLITI ARTIFICIALI?
Abbiamo visto come negli studi e nelle ricerche operati dall'uomo per la conquista dello spazio, una parte rilevante sia riservata ai lanci nello spazio di satelliti artificiali.
I satelliti posti in orbita soprattutto intorno alla Terra variano da pochi chilogrammi a qualche tonnellata e raggiungono la posizione prefissata grazie all'impiego di razzi endoreattori.
Il satellite artificiale si muove senza bisogno di propulsione nel campo di attrazione del corpo celeste e segue in ciò le leggi di Keplero: per quanto riguarda i satelliti che girano intorno alla Terra, il loro moto orbitale fino a distanze dell'ordine dei 50.000 chilometri avviene quasi completamente sotto l'influenza del nostro pianeta.
I primi satelliti artificiali sono stati realizzati e lanciati in relazione al programma di ricerca dell'anno geofisico internazionale 1957-1958 Il primo satellite artificiale è stato lanciato dalla Russia il 4 ottobre 1957.
A quale scopo si lanciano i satelliti artificiali? I satelliti artificiali risultano potenti mezzi di ricerca scientifica, sulla ionosfera, sulle correnti elettriche in essa circolanti, sulle radiazioni cosmiche e su quelle elettromagnetiche e corpuscolari del Sole, sul campo magnetico terrestre, sui meteoriti e sulla natura della polvere cosmica, sulla composizione dell'alta atmosfera e così via.
Inoltre, nel caso di satelliti-astronavi, è stato possibile studiare il comportamento degli esseri viventi nello spazio, le reazioni dell'organismo in assenza degli effetti della gravitazione e in presenza di radiazioni cosmiche.
Con satelliti artificiali di gran volume, di grande autonomia e particolarmente attrezzati con telecamere automatiche e altre istallazioni, è stato possibile l'osservazione del nostro pianeta dall'esterno e degli astri e dei pianeti del sistema solare fuori dello schermo dell'atmosfera; particolare importanza rivestono i satelliti artificiali come basi orbitali abitabili, per agevolare i voli interplanetari.
Infine i satelliti artificiali si sono dimostrati un formidabile mezzo per effettuare trasmissioni televisive intercontinentali: ciò è stato possibile utilizzando più satelliti come stazioni ripetitrici collegate fra loro.
Il Voyager